I cambiamenti climatici impongono «un nuovo cammino» in montagna il Sondrio Festival fa riflettere

Quarta serata per la rassegna di documentari

I cambiamenti climatici impongono «un nuovo cammino» in montagna il Sondrio Festival fa riflettere
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Teatro Sociale pieno anche per la quarta serata del Sondrio Festival.

Il tema dei cambiamenti climatici al Sondrio Festival

La montagna è «l'area in cui attualmente i cambiamenti climatici provocano più intense modificazioni ambientali, morfologiche, glaciologiche», quindi di fronte a queste nuove situazioni «l’andare in montagna, sia nelle aree “normali” sia nelle zone protette, richiede un cambiamento di mentalità, di filosofia di accesso». Bisogna «seguire i ritmi della natura attuale, che non sono più quelli di prima» e valutare con l’esperienza e la massima attenzione le nuove condizioni, per continuare a godersi le “terre alte” con la necessaria sicurezza. È il messaggio lanciato ieri sera sul palco del Teatro Sociale dal glaciologo Claudio Smiraglia, dall’alpinista Agostino Da Polenza e dal geologo Riccardo Scotti, nel dibattito Dal K2 alla Valtellina: nuovi climi, nuove montagne, che all’interno delle conversazioni di Sondrio Festival ha anticipato i temi in discussione questa mattina nel convegno Camminare nuovi climi su nuove montagne, organizzato dal Comitato scientifico del festival in collaborazione con AAA-Museum Hub di Castel Masegra e con il Bim.

Un nuovo cammino

Obiettivo, ragionare su «come dobbiamo reagire a questo nuovo cammino», ha spiegato Smiraglia. Che i cambiamenti del clima incidano in modo importante sull’ambiente alpino è dimostrato da dati e ricerche, ha sottolineato infatti il glaciologo: per dare un’idea complessiva al pubblico, in sala è stato proiettato un video divulgativo realizzato per Sondrio Festival dal meteorologo e climatologo Andrea Giuliacci, riassumendo i trend di temperature e piovosità degli ultimi anni in Italia e a livello globale.

Fenomeno mondiale

Cambiamenti che toccano anche un’area straordinaria come il Karakorum, ha raccontato Da Polenza: grazie alle quote estremamente elevate, «i ghiacciai di questo territorio soffrono meno rispetto ad altre zone, ma anche lì alle quote inferiori si sciolgono e risalgono», ha sottolineato l’alpinista, ricordando anche come nel Karakorum il Pakistan abbia creato un vastissimo parco nazionale, «dedicando quei territori all’ambiente e alla ricerca scientifica, come sognava Ardito Desio». E alla Midop ieri sera è arrivato anche un ospite proprio del Central Karakoram National Park, Sajjad Haider, che ha presentato brevemente l’area protetta e ha sottolineato il grande rapporto di collaborazione e amicizia con i ricercatori italiani, costruito negli anni.

Nell’arco alpino

Se nella regione del K2 ci sono segnali di cambiamento, nell’arco alpino la situazione è più marcata, visto il “gap” di quota, con un regresso dei ghiacciai che negli ultimi vent’anni si è fatto sempre più marcato, ha ricordato Scotti mentre sul grande schermo scorrevano immagini dei ghiacciai lombardi all’inizio del secolo e in questi anni. E qui «c’è un tema molto importante e urgente, sotto certi aspetti», ha sottolineato il geologo, cioè «la pericolosità intrinseca» di un ambiente montano che si sta trasformando.

Cambia anche il turismo

«Cambiano tantissimo le condizioni, soprattutto in estate – ha spiegato -, fino a trent’anni fa si potevano fare escursioni sui ghiacciai in tutta sicurezza per l’intero periodo estivo, ora già dalla fine di luglio in molte zone le condizioni diventano molto pericolose. C’è ancora l’approccio classico in cui si programmano le gite con mesi di anticipo, il che non va molto bene perché avendo condizioni tanto variabili bisogna seguire i ritmi della natura attuale». Argomenti che scienziati, guide alpine, rappresentanti del Cai, rifugisti, divulgatori approfondiranno questa mattina nel convegno al Teatro Sociale, per aprire una discussione concreta per il territorio valtellinese, e non solo.

I documentari proiettati

Di cambiamento climatico parlava anche uno dei documentari in concorso ieri sera, Le Galapagos del Nord: Saint Kilda, un patrimonio che cambia, presentato sul palco dal regista Simon Goodall insieme alla conduttrice Gigliola Amonini, mentre a completare il cartellone delle proiezioni sono stati Figli di Enkai di Nacho Ruiz Rizaldos e Lemming – I piccoli giganti del Nord di Zoltan Török.

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