Sequestrati titoli Usa per 188 miliardi di dollari

A seguito di indagini per riciclaggio.

Sequestrati titoli Usa per 188 miliardi di dollari
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Maxi operazione della Guardia di Finanza di Sondrio. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato titoli Usa per 188 miliardi di dollari.

Sequestrati titoli Usa per 188 miliardi di dollari

Si tratta di uno dei maggiori sequestri di mezzi di pagamento avvenuti in Italia e all’estero di cui si abbia conoscenza. Il colossale sequestro è avvenuto nell’ambito di indagini per  riciclaggio su base associativa e transnazionale condotte dalla Guardia di Finanza di Sondrio sotto l’egida della locale Procura della Repubblica e che ha visto coinvolti nella consorteria criminale 10 indagati. Di fondamentale importanza si sono rivelate le intercettazioni telefoniche e ambientali, accurati servizi di osservazione e pedinamento e una efficace  collaborazione internazionale delle Autorità elvetiche, Procura e Polizia federale.

I "forzieri" trovati in Svizzera

I bond sequestrati erano contenuti in casseforti portatili trovate in Svizzera. Veri e propri "forzieri" contenenti l'uno 250 titoli, l'altro 100 e il terzo 133 per un valore complessivo di 188 miliardi di dollari. A seguito di incontri info – operativi avvenuti nel corrente anno con gli organi di law enforcement elvetici, gli stessi hanno fornito determinante contributo alle indagini. Hanno infatti proceduto ai sequestri richiesti presso un’abitazione di Horw (cantone di Lucerna) e presso una security di Embrach (cantone di Zurigo) e ad acquisire ulteriori elementi di prova nei confronti del sodalizio. L’incontro tra la task force elvetica e quella  nazionale è avvenuto successivamente presso il Ccpd (Centro Cooperazione Polizia Doganale) di Chiasso dove si è proceduto al ritiro dei titoli.

A capo dell'organizzazione "il generale serbo"

Il "dominus" dell’associazione si è rivelato un cittadino serbo con forti interessi in Svizzera e indicato dai sodali come “il generale serbo” che, non potendo figurare in prima persona, ha affidato la custodia dei titoli a prestanomi vari. Oltre a procacciare potenziali acquirenti, le “teste di legno” si sono adoperate per schermare la reale titolarità delle obbligazioni, creando una documentazione in cui non figura il nome del “titolare effettivo” bensì quello dell’”interposto”. Avvalendosi della fattiva collaborazione di un avvocato, i sodali hanno giustificato il  possesso dei titoli con false attestazioni nelle quali si dichiara che i predetti sono pervenuti in eredità da persone già defunte e peraltro in noti centri off shore.

 

 

 

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