"Bala i ratt" una cazzata indefinita per il deputato del M5S Niccolò Invidia

Il deputato: "Si preparano le elezioni cantonali e rispuntano volantini estremamente offensivi verso italiani ed europei".

"Bala i ratt" una cazzata indefinita per il deputato del M5S Niccolò Invidia
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La campagna dell’UDC ticinese contro i frontalieri italiani, “Bala i ratt”, ha fatto infuriare il deputato varesino Niccolò Invidia, membro della Commissione Lavoro e della delegazione italiana all’OSCE e portavoce del Movimento 5 Stelle.

“Bala i ratt” fa infuriare Niccolò Invidia

“Da anni la Lega Dei Ticinesi e l’UDC (estrema destra svizzera) fanno campagne razziste contro i frontalieri italiani che ogni giorno attraversano il confine Italo-Svizzero per lavoro. Adesso che si preparano le elezioni cantonali rispuntano volantini estremamente offensivi verso italiani ed europei. Io sono di Maccagno, 10 minuti di macchina dalla Svizzera, la situazione la conosco bene. Ci ritraggono come ratti, per l’appunto ratti che ballano alle spalle del sistema economico svizzero, come recita lo slogan ‘Bala i ratt’.

All’indecenza non c’è mai un limite. Se la Svizzera, Paese con 8 milioni di abitanti (2 milioni in meno della Lombardia), pensa di non aver bisogno della manodopera italiana, ha fatto male i conti. Si stima che siano 65mila i frontalieri italiani che ogni giorno si recano in Svizzera per lavoro. Certo, la Svizzera ha tutto il diritto di manifestare tramite dei referendum popolari le necessità dei suoi cittadini, e anche noi del Movimento 5 Stelle aspiriamo a questo per l’Italia, ma far passare il concetto che dei lavoratori regolari siano dei ratti è completamente fuori dalla realtà.

Questa campagna d’odio e di falsificazione mi tocca particolarmente in quanto molti lavoratori del mio territorio, tra questi anche mio nonno, hanno lavorato regolarmente una vita in Svizzera come liberi professionisti, pagando le tasse lì, contribuendo a creare il benessere svizzero, e oggi vengono ritratti come ratti.

Tra gli italiani che attraversano il confine non ci sono solo operai, ci sono anche imprenditori, che hanno creato lavoro in Svizzera anche per gli svizzeri. Dunque le casse svizzere beneficiano della presenza italiana. Certo, le mele marce esistono ovunque, e il lavoro dei frontalieri deve essere meglio regolamentato tra Italia e Svizzera, ma questa campagna anti-italiana rimane comunque una cazzata indefinibile.

Il lavoro istituzionale e diplomatico tra Italia e Svizzera è in corso. Attualmente, assieme al deputato comasco Giovanni Currò, abbiamo ottenuto un blocco alla ratifica in Parlamento dell’accordo tra Italia e Svizzera del 2015 (che porta ad una doppia tassazione dei lavoratori frontalieri), non di meno ho presentato degli emendamenti nella Manovra di Bilancio per i sussidi di disoccupazione dei lavoratori frontalieri e presto un’interrogazione sui fondi che spettano a questi. Altre iniziative seguiranno il prossimo anno nelle quali coinvolgerò anche Bruxelles. Continuiamo a lavorare e lasciamo gli altri ballare”.

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