Cimice asiatica e cavalletta egiziana, la Valtellina corre ai ripari

La Fondazione Fojanini mette in guardia nei confronti dell'insetto nocivo e consiglia le strategie per contrastarlo

Cimice asiatica e cavalletta egiziana, la Valtellina corre ai ripari
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La cimice asiatica o cimice marmorizzata (Halyomorpha halys) è presente in provincia di Sondrio ormai da alcuni anni.

Cimice Asiatica in Provincia di Sondrio

La sua presenza ha destato da subito preoccupazioni, trattandosi di una specie esotica (e pertanto priva di fattori naturali di contenimento efficaci), altamente invasiva. In provincia di Sondrio finora è presente con popolazioni meno consistenti rispetto ad altre aree frutticole del nord Italia, sia a causa della dislocazione geografica della nostra provincia, sia per la minore presenza di specie di interesse agrario sensibili (assenza di superfici significative coltivate a pesco e pero, che sono le specie frutticole più colpite, e quasi totale assenza di coltivazioni di erba medica, che è la specie erbacea più appetita).

Tuttavia – come spiegano dalla Fondazione Fojanini - sin dall’autunno 2016 qualche caso sporadico di attacchi su mele era stato segnalato, e soprattutto l’anno scorso la presenza di danni sulle mele era ben evidente in alcuni areali. Il danno viene inflitto dall’insetto attraverso l’apparato boccale pungente succhiante, con cui la cimice punge le meline in ingrossamento (estate), danni che poi si rendono visibili in fase di maturazione-raccolta sottoforma di depressioni del frutto, colorazione più scura e presenza sotto la buccia di polpa di consistenza butterata (punture con deformazioni e suberificazioni sotto l’epidermide).

Dove si trovano

Gli esemplari di cimice asiatica prediligono la parte più ombreggiata dei frutteti, e normalmente, da quanto è stato osservato in altre aree frutticole, la presenza è limitata alle file più esterne. La presenza di colture particolarmente appetite (pero e pesco, e nella nostra provincia anche mais) confinanti con i meleti può costituire un elemento particolarmente predisponente all’ingresso della cimice, pertanto vanno attentamente controllati. Normalmente la presenza di esemplari è poco evidente nei frutteti, anche quando stanno già compiendo danni. Mele danneggiate Nella foto di dx, danni da cimice a confronto con butteratura amara (per gentile concessione di ERSAF-Servizio fitosanitario regionale).

A inizio stagione quest’anno la presenza di cimice era numericamente molto limitata, a causa dei rigori dell’inverno che hanno causato elevata mortalità in fase di svernamento, e alla piovosità primaverile, e probabilmente anche il ciclo di sviluppo è risultato inizialmente molto rallentato. Motivo per cui anziché osservare la presenza di primi adulti della nuova generazione a luglio, questi si osservano soprattutto adesso (favoriti dalle temperature elevate), determinando così uno sfasamento temporale del ciclo di sviluppo. Per questo motivo non è detto che quest’anno l’insetto riesca a compiere le due generazioni prima della conclusione della stagione. In base a diverse osservazioni, l’Ailanto (Ailanthus altissima) è una pianta particolarmente gradita, soprattutto nella prima parte della stagione (generazione svernante) e probabilmente serve da ospite principale e alimento fino a giugno-luglio, e poi nella seconda parte della stagione i nuovi individui passano sulla frutta ancora acerba per causare i danni limitati sopra descritti.

In ogni caso nelle ultime due settimane sono state segnalate presenze localmente abbondanti, ad esempio anche su piante di nocciolo, e sulle mele Gala in alcuni casi si osservano danni. Inoltre sono numerose le segnalazioni da parte di persone in ambito urbano. Le cimici sono molto attratte dalle luci, ed entrano facilmente in casa la sera. Raccomandiamo pertanto la massima allerta nei confronti di questo insetto.

Strategie di contrasto

Per quanto riguarda le strategie applicabili, dove la presenza della cimice è abbondante (Emilia, Piemonte, Veneto ecc.) si è visto che la strada più ecologica, pur tra numerose difficoltà e controindicazioni, è quella dell’applicazione delle reti antigrandine monofilare che fanno anche da antiinsetto (altcarpo e simili), o monoblocco modificate, opportunamente predisposte in modo da non consentire la risalita delle cimici dal terreno. Si tratta di metodi di contenimento molto costosi, che peraltro quest’anno hanno visto un importante sostegno grazie alle misure agroambientali come contributo all’acquisto.

La difesa chimica per ora di norma non viene consigliata nella nostra provincia, ma in casi di presenza elevata dell’insetto (localmente possibili) e rischio di ritrovarsi con danno molto consistenti sulla produzione, se necessario eventualmente si può pensare a interventi limitati alle file di bordo, con formulati commerciali ammessi. In ogni caso prima di procedere ad un intervento insetticida, sentire il parere del tecnico di riferimento (e attenzione agli intervalli di carenza!!!).

Parassiti occasionali dei vigneti

In alcuni vigneti della bassa valtellina (Costiera dei Ceck) si osservano localmente con una certa frequenza danni consistenti in rosure del peduncolo del grappolo, nella porzione superiore, di dimensioni variabili da 1-2 fino a diversi centimetri.

Si tratta di rosure causate da una specie di cavalletta (Anacridium aegyptium), di colore marrone, lunga da 6 fino a 9-10 cm, conosciuta come locusta egiziana, presente anche nell’intera penisola italiana, e che si osserva frequentemente anche nella vegetazione dei vigneti, soprattutto nelle zone più calde come il mandamento di Morbegno (sui tralci, appoggiata alle foglie ecc.), rimanendo normalmente del tutto innocua. In alcuni casi, avendo apparato boccale masticatore, può causare questi danni che per ora rimangono abbastanza limitati e la cui portata è influenzata evidentemente anche dall’andamento meteo secco che favorisce il suo spostamento dall’erba sulle viti. La sua presenza era stata segnalata già qualche anno fa nei vigneti del Trentino Alto Adige. Limitarsi a segnalare la sua presenza, e ad eliminare fisicamente gli esemplari, non è giustificato alcun altro intervento

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