Variante della Tremezzina le associazioni: "Troppo devastante per il paesaggio lariano"

"Il danno causato dalla realizzazione di gallerie artificiali, edifici di servizio e trincee in corrispondenza dei tratti a cielo aperto sarebbe insostenibile" scrivono.

Variante della Tremezzina le associazioni: "Troppo devastante per il paesaggio lariano"
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Dopo aver preso visione del nuovo “Progetto definitivo – Versione 2017” per la realizzazione della SS340 Regina – Variante alla Tremezzina sulla sponda occidentale del Lago di Como, cinque associazioni comasche condividono e supportano le osservazioni formulate in merito dall’Associazione Italia Nostra Onlus, Sezione di Como.

Il percorso di 9,8 chilometri in galleria che dovrebbe dare respiro alla viabilità sul Lario, torna a far discutere. Regione considera il progetto di primaria importanza e vorrebbe assegnare i lavori già entro la fine del 2018.

Le associazioni: “Troppo devastante per il paesaggio lariano”

A scrivere sono Italia Nostra Como, Chiave di Volta, La Cruna del Lago, Territori Natura Arte Cultura e Legambiente Como. Di seguito riportiamo la lettera che è stata inviata anche al ministro delle Infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli.

“Dopo aver attentamente analizzato gli elaborati integrativi, pur rilevando un consistente miglioramento nell’approccio progettuale, in particolar modo con riferimento al contenimento dell’impatto paesaggistico della nuova opera, si ritengono ancora ampiamente insufficienti i risultati raggiunti. Si considera che il danno causato dalla realizzazione di gallerie artificiali, edifici di servizio e trincee in corrispondenza dei tratti a cielo aperto sia insostenibile, in termini di frattura della continuità fisica del paesaggio e di alterazione di ampie aree territoriali che verranno rese inavvicinabili e irrimediabilmente compromesse. In modo particolare si fa riferimento ai tratti a cielo aperto previsti in prossimità della Torre di Spurano, nel territorio di Mezzegra e agli imbocchi di Colonno e Griante. Troppi sono gli elementi previsti dal progetto che, pur se nascosti all’interno di nuove fasce di vegetazione, risulteranno essere dei veri e propri ecomostri alla percezione del fruitore di questi luoghi, che non sono remoti o inaccessibili, ma prossimi agli insediamenti e parte di paesaggi ameni facilmente percorribili, risorsa primaria dei residenti e dei turisti. Si ritiene indispensabile che vengano definiti interventi di inserimento paesaggistico che rispettino l’identità dei luoghi e che ne interpretino i caratteri strutturali con coerenza e continuità. Non è con la sola mitigazione dell’impatto della grande infrastruttura che si tutela il paesaggio, ma preservandone gli elementi costitutivi di carattere naturalistico, culturale e identitario, e promuovendo la cura della sua fragilità. All’azione di mitigazione andrebbe sommata quella della riqualificazione dei luoghi interessati dalle trasformazioni, rivedendo il concetto di “compensazione” previsto dal progetto.

Da un punto di vista operativo è ancora necessario effettuare:
• una più approfondita analisi paesaggistica delle aree interessate,
• un’effettiva analisi della percepibilità degli interventi, utilizzando tecniche di rappresentazione adeguate alla complessità del tema affrontato,
• un completo progetto paesaggistico e botanico-naturalistico degli interventi di mitigazione,
• un progetto paesaggistico degli ambiti danneggiati dal passaggio della strada,
che non andrebbero posticipati alla fase di progetto esecutivo.

Si ribadiscono quindi alcuni obiettivi prioritari, tra cui:
• il raggiungimento di un inserimento armonioso della nuova strada, non il suo mero mascheramento, evitando l’introduzione di elementi che alterino la logica evolutiva della antropizzazione storica o della struttura naturale dei luoghi
• la valutazione di un’ulteriore riduzione dei tratti a cielo aperto e un migliore inserimento degli edifici accessori.

In conclusione, l’analisi delle gravi criticità emerse e dei danni irreversibili prospettati ci porta a confermare che l’unica scelta realmente sostenibile sia la realizzazione dell’intera opera in galleria naturale, suddivisa eventualmente in tratti intervallati da viadotti. Considerata l’insostenibile situazione della viabilità locale e i disagi subiti dalla popolazione, i sottoscrittori di questo documento richiedono un intervento risolutivo a riguardo, utile anche ai fini della gestione del traffico durante la lunga fase di cantiere. A fronte degli effetti devastanti sull’integrità del territorio, non si riconosce alcuna motivazione di ordine tecnico-normativo ed economico sufficiente a giustificare la scelta progettuale attuale, di cui si richiede per tanto una profonda revisione. È necessario cogliere questa grande occasione per capovolgere la percezione sempre più diffusa che la tutela del paesaggio sia un ostacolo alla costruzione di nuove infrastrutture ed al miglioramento del benessere degli abitanti. Si auspica infine che la fase progettuale sia una occasione per risvegliare nella popolazione locale, nell’opinione pubblica, e tra gli Amministratori un nuovo livello di sensibilità e di consapevolezza circa l’enorme potenzialità di questi territori, quale motore di sviluppo culturale, sociale ed economico”.

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