Arrestato il sindaco di Valsolda: per costruire in paese bisognava passare dal suo studio FOTO e VIDEO

Blitz della Guardia di Finanza di Erba.

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Questa mattina, venerdì 1 marzo, è stato arrestato il sindaco di Valsolda, Giuseppe Farina, 68 anni. In manette anche il socio di maggioranza del suo studio di progettazione e direzione dei lavori, Silvio Lamberti, e sette privati residenti in paese, tra cui un cittadino tedesco, accusati di corruzione.

Arrestato il sindaco di Valsolda per corruzione nel settore dell’edilizia

A Valsoda per poter costruire era necessario passare, mazzetta alla mano, per lo studio di progettazione di cui era socio il primo cittadino. Una lunga attività di indagine da parte della Compagnia della Guardia di Finanza di Erba, fatta di intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno delineato un quadro di corruzione nel piccolo paesino della provincia di Como sul lago di Lugano che conta poco più di 1500 abitanti.

A spiegare, questa mattina in conferenza stampa, il sistema creatosi a Valsolda sono stati il Procuratore Generale di Como Nicola Piacente, il Pm Pasquale Addesso e il Comandante provinciale delle Fiamme Gialle Alberto Catalano. Sei gli episodi di corruzione conclamati citati, tutti verificatisi nel 2018, che hanno portato un vantaggio economico quantificato in 25mila euro. Ma non finisce qui. Le indagini infatti hanno portato alla luce un giro di mazzette e di nero con cui chi voleva costruire in paese “incentivava” il sindaco per un sì. Senza contare le commesse per progetti e lavori che negli anni hanno fatto aumentare esponenzialmente il giro d’affari dello studio Farina/Lamberti. Fino al 2011, anno in cui Farina è diventato per la prima volta sindaco, era di circa 70mila euro, nel 2017 era quantificato in circa 150mila euro. E, secondo gli investigatori, è plausibile pensare che a breve il giro di denaro nero volto a corrompere stesse aumentando a dismisura: sul piatto a Valsolda infatti c’erano un’importante variante al Piano di Governo del Territorio.

Il ruolo del sindaco

Insomma il sindaco di Valsolda, in violazione del dovere di astensione in presenza di un palese conflitto di interessi tra il ruolo di titolare di uno studio professionale di progettazione e direzione dei lavori e la funzione di sindaco è accusato di avere ricevuto nel corso di tutto il 2018, in concorso con il socio dello studio, denaro e la promessa di ulteriori erogazioni di denaro a fronte del rilascio di concessioni. Sul piatto la realizzazione di manufatti, anche attraverso false attestazioni nelle segnalazioni di inizio attività e nelle relazioni tecniche di asseverazione, a firma del professionista correo del sindaco, circa l’esistenza dei requisiti e dei presupposti per la realizzazione dell’intervento edilizio.

Il sindaco di Valsolda, Giuseppe Farina

E’ inoltre accusato di modifiche di destinazione d’uso di terreni e il successivo rilascio dei titoli abilitativi per la realizzazione di interventi edilizi, di autorizzazioni necessarie per la sanatoria dei lavori abusivi (anche attraverso reiterate richieste, sollecitazioni e pressioni poste in essere dal sindaco sul funzionario dell’ufficio tecnico del Comune di Valsolda perché rilasciasse i titoli autorizzativi illecitamente promessi), dell’approvazione da parte del Comune di Valsolda del progetto di trasformazione dell’ex Caserma di Dasio in 9 unità abitative con conseguente rilascio dei titoli abilitativi. Ma non è finita qui, perché è accusato di avere accettato la promessa di denaro edaltre utilità economiche avanzata dal proprietario di un terreno situato in una zona a rischio idrogeologico quale prezzo perché promuovesse l’approvazione da parte del Consiglio Comunale di Valsolda di una delibera di acquisto di detto appezzamento da parte del Comune.

Nel corso delle indagini si è accertato che la scelta dei privati (attualmente indagati) di affidare i vari incarichi allo studio di progettazione e direzione dei lavori facente capo al sindaco e al suo socio ha fatto parte dell’accordo corruttivo, posto che i committenti si sono affidati allo studio in questione in quanto hanno potuto (fondatamente) contare sulla capacità del sindaco di interferire nelle scelte urbanistiche del Comune e nel relativo procedimento amministrativo, nonché sul potere del medesimo di orientarne l’esito.

I favori ai clienti

I clienti privati hanno ottenuto attraverso il compimento di atti e comportamenti contrari ai doveri d’ufficio compiuti dal sindaco, anche con l’intermediazione del socio di studio, indebiti vantaggi. Gli stessi hanno pagato, anche in nero, al sindaco e al socio dello studio di progettazione e direzione dei lavori somme di denaro in contanti (pari a circa 25.000 euro, in base a quanto allo stato accertato) nonché hanno promesso o ulteriori somme di denaro (per importi maggiori rispetto a quelli corrisposti) a titolo di compenso per incarichi di progettazione e direzione lavori rese dallo studio associato per i medesimi interventi edilizi illecitamente assentiti grazie alla conclusione degli accordi corruttivi. Insomma, in paese le voci si susseguivano: per poter costruire sul territorio bisognava passare dallo studio di progettazione del sindaco.

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