La storia dei giovellai malenchi in Val Fex diventa un film documentario

Grande successo per la prima italiana a Chiesa.

La storia dei giovellai malenchi in Val Fex diventa un film documentario
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Grande successo per la prima italiana di "Arriverà novembre", il documentario dedicato ai giovellai malenchi.

La storia dei giovellai malenchi

"Arriverà novembre". E' questo è il titolo del film documentario di produzione svizzera che ripropone in chiave di docu-film la storia dei giovellai malenchi. Uomini che da novembre a marzo inoltrato emigravano per cavare e lavorare piode alla Ganda di Fex. La Cheva da Fex era in una delle vallate laterali dell’Engadina, appena oltre il confine che la separa dalla Valmalenco, tracciato dall’orografia della Passo di Tre Mogge.

La proiezione a Chiesa

Grazie all’interessamento del Comune di Chiesa e dell’Ecomuseo della Valmalenco, il film è stato proiettato per sua prima italiana sabato 16 dicembre alla Teca di Chiesa. Un evento dopo la sua presentazione ufficiale avvenuta in settembre, proprio in Val Fex. Prodotto in tre lingue: italiano, tedesco e romancio, il filmato presenta una ricostruzione filmica unica. E' arricchita dalle interviste a due “maestri giovellai” ed è stato voluto e prodotto dalla Fundaziun Cheva Plattas da Fex. Si tratta  dell’associazione di Sil Maria che ha deciso di restaurare e aprire al pubblico la vecchia piccola baita della Cheva di Fex che era il luogo di lavoro e di semplice rifugio degli scalpellini malenchi.

Il docu-film

Il film porta la firma di Gian Enrico Ghilotti, che ha curato anche i testi, e di Andrea Basci, che ha curato le riprese e la fotografia insieme a Filip Zuan. Per la ricostruzione filmica del passaggio in quota, in invernale, al Passo di Tre Mogge, sono stati scritturati come attori non protagonisti tre maestri di sci, non a caso malenchi, giovellai e figli di giovellai: Felice Cabello, Michele Fanoni (Zèp) e Ilario Pedrolini. Il lavoro di interviste e riprese in esterna è durato più di due anni e un contributo determinante per costumi e ricerca iconografica è arrivato da una troupe di “volontari” di Chiesa in Valmalenco, coordinati da Pietro Schenatti e Carlo Lenatti, che hanno saputo ritrovare oggetti e “atmosfera” di un tempo. Tutto coordinato oltreconfine da Reto Zuan e Gian Kuhn, per conto della Fundaziun Cheva Plattas da Fex.

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