Presentato il volume di Mons. Dario Edoardo Viganò

A Sondrio due momenti di approfondimento.

Presentato il volume di Mons. Dario Edoardo Viganò
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Pubblico attento venerdì 17 gennaio, all’incontro con Mons. Dario Edoardo Viganò (Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e già Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede) che, nella splendida cornice della Sala “Besta” della Banca Popolare di Sondrio, ha presentato il suo ultimo volume "Il Cinema dei Papi - Documenti inediti dalla Filmoteca Vaticana".

Documenti inediti

A precedere l’autore i saluti istituzionali del Dirigente Ust, Fabio Molinari che ha portato anche il messaggio del vescovo di Como Oscar Cantoni, e del Presidente BPS, Francesco Venosta; gli interventi di Barbara Grespi, docente di Storia del Cinema presso l’Università degli Studi di Bergamo, Don Andrea Salandi, parroco di Morbegno e vicario episcopale per la Valtellina, moderati dalla giornalista Antonia Marsetti. Avvalendosi di documenti in gran parte inediti provenienti dagli archivi della Segreteria di Stato vaticana e della Gendarmeria pontificia, il volume racconta la nascita, avvenuta 60 anni fa, della Filmoteca vaticana che, con i suoi 8.000 titoli, è un archivio unico nel suo genere e il principale deposito della memoria delle immagini in movimento dei pontificati novecenteschi. Un punto di vista originale per comprendere le profonde trasformazioni intervenute nell’immagine del papato e nel rapporto tra Chiesa cattolica e cinema.

Opera preziosa

«Un’opera che personalmente ritengo molto preziosa perché testimonia il cammino della Santa Sede e come la Chiesa si inserisca nel progresso dei tempi riuscendone a valorizzarne gli aspetti – ha dichiarato Don Andrea Salandi –. Il cinema rappresenta infatti un importante mezzo per presentare il messaggio del Vangelo e della Storia sacra alle persone nel corso del tempo, come possiamo ricordare anche attraverso l’attività svolta dai cinema parrocchiali del nostro territorio e dalle sale della comunità».

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Rapporto tra chiesa e cinema

«Il rapporto tra chiesa e cinema è un’interessante cartina di tornasole dalla quale riusciamo a cogliere i processi di modernizzazione e mediatizzazione del nostro Paese – ha aggiunto la professoressa Barbara Grespi –. Ciò che mi ha colpito dal volume è quanto fosse grande per il papato la consapevolezza che i media potevano creare dei fenomeni di fascinazione e persuasione non esplicita con le loro immagini e che già precocemente si intuisca quanto il film rappresenti uno strumento importante per modellare le coscienze ma che come tale poteva anche diventare uno strumento delicato o pericoloso. Da qui un processo di lotta in divenire che è durato tanti anni fino alla costituzione della Filmoteca Vaticana».

Filmoteca Vaticana

«Lo scorso novembre sono scoccati i 60 anni della nascita della Filmoteca Vaticana, istituita nel 1959 da Giovanni XXIII per portare a compimento l’intuizione coltivata all’inizio di quel decennio dal suo predecessore, papa Pio XII – ha spiegato l’autore, Mons. Dario Edoardo Viganò –. Il libro nasce dalla volontà di dare il giusto valore e percezione di cosa significhi disporre di una realtà tanto preziosa e simbolica che consta di grandi archivi e di una sala di proiezione con sede nel Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali a Palazzo San Carlo, un tempo centro logistico dell’Ufficio informazioni per i prigionieri di guerra. L’anno scorso mi dissero che gli spazi della Filmoteca sarebbero stati dati all'Aif (l'Autorità di informazione finanziaria della Santa Sede) per consentire di allargarsi e feci il possibile per impedire tale operazione ma decisi anche di voler far comprendere quale fosse il reale valore della Filmoteca raccontandone la storia».

Incontro con gli studenti

Grande partecipazione anche la mattina di sabato 18 gennaio, presso l’Aula Magna dell’Istituto “De Simoni – Quadrio” di Sondrio dove, un centinaio di studenti della scuola e del Liceo “Piazzi-Perpenti”, hanno avuto la possibilità di assistere alla "speciale lezione" di Mons. Viganò a cavallo tra comunicazione e semiotica sul tema "Ciò che è detto e ciò che è inteso: univocità o possibile ambiguità? Frammenti di nozioni di interpretazione e narrazione". A fare gli onori di casa il dirigente scolastico Giammaria Toffi che ha introdotto l’esperto ai ragazzi affiancato al dirigente Ust, Fabio Molinari e dall’assessore alla Cultura e Istruzione del Comune di Sondrio, Marcella Fratta. Dopo alcune premesse sulla differenza fra segno simbolico, indicale, iconico e convenzionale, Viganò è riuscito a catturare l’attenzione dei ragazzi avvalendosi di aneddoti ed esempi accattivanti.

Comunicazione

«La comunicazione è uno degli ambiti più complessi su cui si gioca molto della nostra felicità, basti pensare a quante volte non ci si intenda – ha spiegato Mons. Viganò ai ragazzi –. Per questo motivo dovete sempre tenere presente che “non dico mai ciò che dico ma dico ciò che l’altro comprende”. Questo significa che dobbiamo metterci nella condizione dell’altro poiché c’è sempre qualcosa che indica una difficoltà interpretativa ma, per interpretare correttamente, abbiamo bisogno di attivare delle forme collaborative perché, per capire e farsi capire anche nelle forme di comunicazione più conflittuali, occorre sempre farsi comprendere. Quantità, qualità e modalità, ad esempio, rappresentano le massime indispensabili per poter essere cooperativi con i propri interlocutori. L’uomo ha poi una predisposizione naturale alla forma del racconto poiché raccontare storie permette di comunicare con gli altri creando legami di coesione sociale e di interpretare certi stati mentali. Il racconto non si limita a reiterare le attese consolidate poiché, oltre alla concatenazione causale degli eventi, a renderlo interessante ed efficace intervengono le “peripezie” anche perché i testi narrativi sono tali proprio perché presentano una struttura profonda di tipo polemico-contrattuale. Comprendere gli schemi narrativi dunque è fondamentale per comunicare e farsi comprendere in maniera consapevole».

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