L'appello: "Valorizziamo la scuola di montagna"

Maffezzini (Uncem) si rivolge direttamente agli insegnanti.

L'appello: "Valorizziamo la scuola di montagna"
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Valorizzare la scuola di montagna, le sue peculiarità e il valore che rappresenta per chi vive nei piccoli paesi. E' l'appello che, in occasione dell'inizio dell'anno scolastico, lancia Tiziano Maffezzini, presidente della Comunità montana di Sondrio e di Uncem Lombardia.

Scuola di montagna, le parole di Maffezzini

Nel suo augurio, che è anche un appello, Maffezzioni scrive: "All’inizio di un nuovo anno scolastico, Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani, vuole, in poche righe, fare gli auguri ai docenti ed a tutti gli studenti che riprendono le lezioni alla scuola primaria e secondaria. È sempre un’avventura bella e come Uncem vogliamo chiedere ad insegnanti e professori di essere
protagonisti di un grande progetto di futuro che fa bene al Paese. Ve lo raccontiamo in due “appelli” dei quali vi chiediamo di esserne protagonisti, con i Dirigenti scolastici e tutte le componenti della scuola. La scuola è per le aree montane uno dei punti di ancoraggio delle comunità e la stessa sopravvivenza dei paesi e dei borghi, per questo ci rivolgiamo a voi".

"Serve l'impegno di tutti"

Maffezzini aggiunge: "Il primo appello è volto a un’azione politico-istituzionale che vi chiediamo di condividere: siate, insieme ai Sindaci dei vostri territori, impegnati e sostenitori della necessità di politiche peculiari per le aree montane, che evidentemente toccano anche la scuola.
Come? Vi chiediamo di essere con noi attivi nel chiedere alla politica di mettere in campo norme e numeri diversi per le zone montane del Paese, permettendo un’articolazione e “numeri minimi” differenziati per la montagna: qui la mancanza di sezioni, il taglio di insegnanti, l’accorpamento dei plessi degli ultimi anni ha effetti notevoli sulla vitalità dei paesi e delle valli alpine. Incide sul restare e sull’abbandono".

L'invito agli insegnanti: "Fate scoprire ai giovani il territorio"

"La seconda grande sfida - prosegue Maffezzini - è un’opportunità nelle vostre mani. Uncem vi chiede di portare i vostri studenti “a scuola di montagna”. Il significato è semplice. Portate i vostri bambini e ragazzi a scoprire il territorio che li circonda, quello che forse non sanno del contesto dove sono nati e dove iniziano a crescere, a vivere. Parlate di storia, tradizioni, economia, società, borghi e campanili di quei luoghi, parlate loro dei nostri paesi, fatelo insieme a chi plasma ogni giorno i borghi ed i paesi, la montagna ed i versanti alpini. Chiamate in classe
sindaci, esercenti, artigiani e contadini, rappresentanti delle associazioni locali. Chiedete di raccontare cosa fanno e quale è il cuore del loro impegno. Siate prima di tutto voi consapevoli che raccontare il territorio è la prima educazione civica. Tutto questo affinché i nostri bambini e ragazzi prendano contatto a scuola con quello che c’è fuori dalla scuola, attorno a casa loro. Imparino a scuola ad essere parte della comunità, quella stessa comunità che assicura che la scuola ci sia. Raccontate a bambini e ragazzi che loro dovranno rigenerare le comunità. Potranno andare via, ma anche restare, esercitando il “diritto all’opzione” che tutti vogliamo assicurare loro. Parlategliene in classe, poi portateli sul territorio. Al posto di scegliere viaggi d’istruzione solo nelle città capoluogo, tra grandi musei e noti monumenti, organizzate almeno una “gita” nelle valli del vostro plesso o istituto. Uno o più giorni, peraltro a costi molto competitivi, tra foreste, alpeggi, dighe, opifici e manifatture, laghi e borghi dispersi. Portate gli studenti affinché non sia loro lontano quel mondo che non è certo piccolo e antico, ma moderno, innovatore e pieno di futuro. Ma quel futuro lo devono generare anche loro, bambini e ragazzi che iniziano un nuovo anno scolastico, per essere protagonisti della comunità, nei paesi e nei borghi, con la forza dell’educazione al territorio che fa bene a tutti, fa bene al Paese. Portate i bambini “a scuola di montagna”, buona scuola a ciascuno".

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